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La funzione paterna e la funzione materna nello sviluppo psico-fisico dei cuccioli di Sapiens rappresentano un tema complesso, che è cambiato nel corso dello sviluppo delle nostre società e cambia e cambierà certamente.

Considerando anche solo brevemente il concetto di coppia è chiaro che ci troviamo in una situazione in cui in termini fenomenologici, semplicemente il matrimonio "romantico" (ma più in generale forse l'unione "romantica"), assoluto e totalizzante, non risponde più come un tempo alle reali esigenze delle coppie che vanno formandosi. Molto spesso si arriva in età più avanzate (rispetto al passato) a decidere di condividere la propria vita con un'altra persona e quindi ci si arriva con aspettative e abitudini già ben salde. Aggiungiamoci un pizzico di sale in più: è perfettamente possibile generare figli anche per coppie non convenzionali attraverso percorsi che la medicina e la clinica consentono.

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Ulteriori approfondimenti su questo tema, e di come sia necessario una "teoria dell'amore post-romantico" per salvaguardare i propri legami affettivi, sono presenti cliccando QUI.


Prima di un tale passaggio, le donne sono state a lungo considerate i genitori “naturali”, per la loro predisposizione biologica al ruolo e per il loro presunto istinto materno; ogni deviazione dalla tradizionale divisione dei ruoli è stata considerata con sospetto, sulla base della convinzione che gli uomini avrebbero svolto il ruolo genitoriale con minore successo delle donne. A questo riguardo, va detto con forza, che si tratta di una questione di convenzione sociale e non una componente fissa e mutabile dell’essere maschio o femmina: per quanto il fatto di essere allevato da un uomo concerne conseguenze per il bambino, le scarse prove non indicano che tali bambini abbiano uno sviluppo diverso dai loro pari cresciuti in condizioni diverse. Inoltre, attraverso osservazioni dirette, uomini impegnati nel loro ruolo di caregiver (chi presta accudimento) hanno mostrato di essere persone capaci di calore e sensibilità non inferiori a quelli delle donne.

In breve, il risultato dello sviluppo del bambino sembra influenzato non tanto dal sesso del genitore, ma dal tipo di relazione instaurata all’interno di ogni coppia genitore - figlio.

Per saperne di più ed eventualmente anche avere un riscontro rispetto agli studi e ai contributi scientifici che delineano il presente articolo basta cliccare QUI

Più che in termini bidimensionali: paterno - materno, maschio - femmina, accogliente - aggressivo, sentimento - azione etc. etc. parrebbe più utile approcciare il problema da un punto di vista post-moderno... un punto di vista complesso...

Ci serve un elemento che possa fungere da metafora... ci serve un frattale!

FRATTALE

Un frattale è un oggetto geometrico dotato di omotetia interna: si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, e dunque ingrandendo una qualunque sua parte si ottiene una figura simile all'originale.
Questa caratteristica è spesso chiamata auto similarità oppure autosomiglianza. Il termine frattale venne coniato nel 1975 da Benoît Mandelbrot nel libro "Les Objets Fractals: Forme, Hasard et Dimension" per descrivere alcuni comportamenti matematici che sembravano avere un comportamento "caotico", e deriva dal latino fractus (rotto, spezzato), così come il termine frazione; infatti le immagini frattali sono considerate dalla matematica oggetti di dimensione anche non intera.

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I frattali compaiono spesso nello studio dei sistemi dinamici, nella definizione di curve o insiemi e nella teoria del caos, nella progettazione ingegneristica di reti, nel moto browniano così come nelle galassie. Sono spesso descritti in modo ricorsivo da algoritmi o equazioni molto semplici, scritte con l'ausilio dei numeri complessi.

Proviamo a focalizzarci su questa proprietà: "si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse" e proviamo ad applicarla alle dinamiche psicologiche inerenti le relazioni familiari: amore, sentimento, accudimento, insegnamento, protezione, autonomia etc. etc. Un frattale conserverebbe tutte queste proprietà, solo a livelli di grandezza differenti esattamente come in ogni rappresentante della specie umana, qualunque siano le proprie caratteristiche anatomiche o sessuali.
Da un punto di vista post-moderno non ha più senso riferirsi alla femminilità come SOLO della donna o alla mascolinità come SOLO dell'uomo. Queste due dimensioni fluttuano in ognuno di noi, in quantità e in qualità differente da individuo a individuo e, per fare un esempio, la domanda "Qual'è il ruolo dei padri nella società odierna?" io la cambierei con un più utile quesito: "Quale ruolo per la funzione paterna? In cosa consisteva prima e come evolverà"?

padre in psicologia

Se per funzione paterna intendiamo quello che classicamente veniva ascritto all'elemento maschio della coppia (forza, aggressività/azione verso, virilità, solidità economica, coraggio etc. etc.) questa per prima cosa va riconosciuta anche nella donna (sia in contesti omosessuali che in quelli eterosessuali) e per seconda va riconosciuta come complementare alla funzione materna; ed entrambe vanno collocate in ciascun elemento della famiglia, semmai percependone un po' più o un po' meno a seconda di determinazioni biologiche o sociali o semplicemente per ragioni dovute al caso.

Non più quindi psicoterapia o consulenze psicologiche cliniche su ruoli definiti di uomo - donna o maschio - femmina da ristrutturare bensì sostegno alla relazione interna a ciascun individuo e al rapporto tra queste due dimensioni insite in ciascun genitore, affinchè ci sia una integrazione delle polarità e si possa anche passare fluidamente da uno stato di attivazione classicamente inteso come paterno ad uno classicamente inteso come materno.

In Psicoterapia della Gestalt il concetto di "polarità" deriva dall'attenzione che uno dei suoi fondatori, Fritz Perls, dirige verso la dialettica polare degli opposti.

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Un'attenzione testimoniata dallo spazio che ad essa egli dedica nella parte introduttiva del suo primo libro, L’Io, la fame, e l’aggressività, dove la differenziazione in opposti viene intesa non solo come una qualità della mente umana, ma anche della vita in tutte le sue espressioni. Al processo di differenziazione in polarità opposte è legata, secondo Perls, ogni forma di evoluzione: più l’Ego è capace di estendersi nella vasta gamma di differenziazioni polari che gli è dato raggiungere, più sarà in grado di sviluppare funzioni diverse e, quindi, di progredire. Esisterebbe, dunque, una stretta connessione fra capacità dell’Ego di delineare polarità sempre più differenziate e lo sviluppo delle sue capacità di adattamento.

Da questo punto di vista è importante riconoscere che la presenza equilibrata di entrambe le funzioni (materna e paterna), funzioni che dovrebbero essere il più possibile esercitate con consapevolezza, è necessaria per un sano sviluppo psicologico di bambine e bambini. La sola presenza, invece, di due genitori biologici di differente sesso NON è sufficiente a garantire questo sano sviluppo.

Credo sia opportuno dire, con estrema forza, che funzione materna o paterna non c'entrano nulla con l'orientamento sessuale: un orientamento sessuale fortemente indirizzato verso una polarità etero non preclude affatto (appena ripulito il campo da pregiudizi) una funzione materna utile e adattiva e lo stesso dicasi per il contrario.

Certamente qui si traccia una visione in prospettiva, senza giudizi etici, di cambiamenti che sono ancora in-itinere (leggi QUI per approfondire) e dipendono dai contesti socio-culturali, demografici, economici etc. etc. di ciascun habitat familiare. Ogni nucleo genitoriale, ogni famiglia ha le proprie specificità e quanto ho scritto andrebbe preso come una mappa per orientarsi e per orientare il lavoro dell'esperto a cui potersi rivolgere in caso di problematiche familiari (clicca QUI per saperne di più).

famiglie italiane

Per concludere lascio un piccolo consiglio di visione e lettura.
Si tratta di un'opera del fotografo Philip Toledano: nella forma del libro fotografico come supporto materiale (ma liberamente visionabile sul web cliccando QUI), l'autore commenta l'esperienza dell'essere inaspettatamente padre. Attraverso una formula diaristico - narrativa dove, più o meno cronologicamente, questo padre riluttante diviene sempre più consapevolmente genitore tra visioni e annotazioni. Il mezzo è quello "semplice" della fotografia reportagistica condita con autoironia e sarcasmo. Un perfetta traccia per individuare quella funzione paterna post-moderna in cui temi tipicamente o tradizionalmente "maschili" della paternità si intrecciano a momenti di straordinaria sensibilità, tenerezza e fisicità. Molto del lavoro in terapia si basa proprio su questa ricerca di una nuova narrazione rispetto ai differenti ruoli che ciascun componente "gioca" all'interno della famiglia.

Credo che da un mix di tale portata sarà possibile riscoprire una funzione paterna nuova, resiliente e adatta al proprio tempo.

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