Nel 1964 Eric Berne pubblicava un interessante saggio in cui sfruttando le caratteristiche e gli elementi del gioco, l'analista, cercava di comprendere il ruolo e la posizione di un individuo nei confronti dell'ambiente circostante e di altri soggetti.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che la depressione sia al quarto posto tra i problemi di salute più urgenti a livello globale. Colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo e nonostante il largo uso di antidepressivi, l’efficacia di questi farmaci resta insoddisfacente. I vissuti depressivi costituiscono un ambito di esperienze molto vario, con differenze anche molto rilevanti al suo interno, che tocca trasversalmente esperienze più o meno gravi e anche vissuti che semplicemente accompagnano i passaggi della vita.
L’esperienza depressiva si caratterizza (con tutte le sue più varie sfaccettature) come un’esperienza in cui la/il paziente fatica a trovare interessi o stimoli o slanci e in cui nulla è rilevante e nulla ha un senso.
Il soggetto depresso (ma questo vale in generale per tutte le sofferenze umane) si fa carico individualmente di un fardello che lo trascende sempre: di un dolore del mondo che gli è stato trasferito nelle relazioni che ha incontrato. Ogni trasformazione che egli riesce a compiere di questa sofferenza in consapevolezza, risorsa, nuovo adattamento creativo o in amore, per quanto piccola sia, cura la sofferenza del mondo intero: egli interrompe la catena del trasferimento della sofferenza attraverso le relazioni e le generazioni e compie un atto fondamentalmente etico. In parole povere si può operare un fondamentale passagio: quello che va "dal dolore alla bellezza”.
In Psicoterapia terapeuta e paziente lavoreranno insieme attraversando vari orizzonti terapeutici affinché la persona possa: